Caccia
al tartufo

Arriva l’iscrizione all’Unesco

“Cerca e cavatura del tartufo in italia: conoscenze e pratiche tradizionali”

La nuova iscrizione italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco

Il nostro Paese ha da oggi una nuova iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO. Si tratta della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”, candidatura presentata dalla Federazione Nazionale Tartufai Italiani (FNATI) e dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT).

La decisione è stata presa dal Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale in corso in questi giorni a Parigi e online (13-18 dicembre 2021).

Dalla Terra alla Tavola

Passeggiare tra querce, faggi, noccioli dove si possono udire solo i rumori della natura, lontano dalla città e dai centri abitati, insieme ad uno degli amici più cari che si può avere: il cane.

In compagnia di quest’ultimo, con tanta pazienza, si va alla ricerca di uno dei prodotti più particolari, misteriosi e pregiati che la terra può offrire: il tartufo.

Questa, in sintesi, una delle attività più belle e praticate in Italia e non solo, la cosiddetta caccia al tartufo.

GLI ALBERI E I TERRENI ADATTI PER LA PROLIFERAZIONE DEL TARTUFO

Ovviamente la caccia al tartufo richiede tempo e, come citato prima, molta pazienza.

Per prima cosa, fin da quando è cucciolo, il cane va addestrato a migliorare il suo fiuto per trovare questi preziosi funghi ipogei, che risiedono per diversi centimetri al di sotto della terra in concomitanza con specifici alberi.

I principali sono il frassino, l’olmo, l’acero, il cormiolo, il sorbo, la ginestra, la quercia, il nocciolo, il carpino bianco e nero, l’abete, il castagno, il faggio, il larice, il noce, il pino, il pioppo bianco e nero.

I terreni, invece, si differenziano in base al tipo di tartufo che si vuole cercare. Le ore ideali per uscire a caccia di tartufi sono all’alba durante il periodo estivo, dato che con il forte calore il cane si stanca molto facilmente.

In inverno, al contrario, si predilige uscire nelle ore più calde, quando il tepore scalda il terreno e permette al profumo del tartufo di emergere.

 

Carlo Urbani insieme ad alcuni cavatori
Carlo Urbani insieme ad alcuni cavatori

Nei terreni marnoso-calcarei e marnosi argillosi, sono quelli preferiti dal più prezioso e pregiato, ossia il tartufo bianco o anche Tuber Magnatum Pico.

I terreni, invece, di tipo calcareo e/o calcareo-argilloso, formati da elementi granulari più o meno fini e brecce calcaree cementate da materiale marnoso, sabbia, arena e altro materiale di riporto, sono quelli prediletti dal tartufo nero, ossia il Tuber Melanosporum Vittadini.

Su terreni derivati dal disfacimento di rocce calcare, matura il tartufo estivo o denominato anche Tuber Aestivum Vittadini, su terreni calcarei solitamente con parecchia sostanza organica, il Tuber Uncinatum Chatin, su terreni calcarei il Tuber Brumale e, su terreni sabbiosi dei litorali e quelli argillosi delle colline, il bianchetto o Tuber Albidum Pico.

I CANI DA TARTUFO

In passato, la caccia al tartufo veniva eseguita con l’ausilio dei maiali grazie al loro incredibile olfatto ma, quest’ultimi, vennero sostituiti dai cani perché, dei tartufi, ne erano molto ghiotti ed era difficile sottrarli dalla loro fauci, una volta addentati.

Per quanto riguarda i cani, le principali razze adatte alla caccia sono: il Lagotto Romagnolo, il Bracco, il Pointer.

Oltre a queste, ci sono altre razze di cane utilizzate per scovare tartufi, come il Labrador, il Beagle, il Setter, il Cocker Spaniels e il Breton.

LAGOTTO ROMAGNOLO

BEAGLE

BRACCO

COCKER SPANIEL

LABRADOR

POINTER

SETTER

BRETON